Da un questionario compilato da 1000 Bolognesi, che continueremo a divulgare, emerge che la preoccupazione per l’inquinamento dell’aria è uno dei temi più sentiti.
La nostra Provincia è l’unica in Regione ER a non aver avviato la l’accreditamento della banca dati sui tumori presso l’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), questo nonostante Bologna vanti la più ampia banca dati in Italia grazie all’istituzione di un registro di mortalità nominativa per i tumori e tutte le cause fin dal 1959 da parte dell’Istituto Ramazzini, poi trasferito all’ASLBO nel 2010.
Viviamo in una delle aree più inquinate d’Europa, su cui grava la sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea, del 20 ottobre scorso, per lo sforamento delle concentrazioni di polveri sottili #PM10.
Il peggioramento della qualità dell’aria che respiriamo comporta un aumento generale dei problemi di salute (soprattutto nei soggetti più deboli, come i bambini e gli anziani) e una maggiore incidenza di malattie cardiocircolatorie, patologie respiratorie e tumori. È soprattutto il particolato PM2.5 ad essere associato ad effetti cardiopolmonari, in quanto le particelle più sottili riescono a raggiungere i polmoni e persino arrivare all’interno della circolazione sanguigna, dove causano infiammazione e contribuiscono allo sviluppo di complicazioni cardiache.
Nei soggetti predisposti può verificarsi un aggravamento di sintomi respiratori con la comparsa di infezioni respiratorie acute o asma bronchiale, un danneggiamento del sistema cardiovascolare tale da incidere sulla coagulazione del sangue, restringendo le arterie e mettendo il cuore in condizioni di stress, tosse e catarro persistente, diminuzione della capacità polmonare, bronchite cronica e perfino BPCO.
Molti studi hanno osservato come le polveri sottili comportino sostanziali incrementi anche di tumore ai polmoni, soprattutto se in associazione con altri noti fattori di rischio quali il fumo di sigaretta e alcune esposizioni professionali. Infine, non è da escludere il rischio aumentato di attacchi di cuore, ictus, demenze, malattie renali e diabete, oltre effetti dannosi in gravidanza.
Esiste una relazione tra smog e pandemia Covid-19. Le alte concentrazioni di smog con cui quotidianamente conviviamo rappresentano un vero e proprio induttore e moltiplicatore di malattie, per questo agli studiosi epidemiologi non è sfuggita la possibile relazione tra questo fattore ambientale e lo sviluppo della pandemia Covid-19. Dalle prime osservazioni pare infatti che tra loro vi sia una correlazione positiva, cioè dove più alto è il tasso di inquinamento tanto più elevate sono le conseguenze della malattia infettiva. La possibilità che un virus si diffonda maggiormente in aree più inquinate e generalmente anche più densamente popolate (da persone con sistema immunitario, respiratorio e cardiocircolatorio già potenzialmente compromesso) è una ipotesi ragionevole da desumere vista l’evoluzione epidemiologica nelle città di Wuhan, Milano, New York, e in tutte le grandi città del mondo.
Occuparsi della qualità dell’aria e dell’ambiente significa occuparsi della salute dei cittadini attraverso azioni di riduzione del traffico veicolare e aereo e delle emissioni del riscaldamento, ripensando a una mobilità pulita e sostenibile e ripensando a un modello di turismo culturale, non consumistico, meno “mordi e fuggi”.
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