Respirare è un atto naturale e un diritto, consentire di respirare bene deve essere un dovere di ogni amministrazione, per la tutela della salute di tutte le fasce d’età, con il beneficio immediato della riduzione della spesa sanitaria. Un’aria fortemente inquinata da potenti cancerogeni e da polveri sottili è causa di malattie croniche e degenerative che devono essere considerate una vera emergenza sanitaria, nascosta dalla mancanza di un registro tumori aggiornato.
Con un traffico ingovernabile, un aeroporto che scarica inquinanti e rumore sulla città, un Servizio Ferroviario Metropolitano e Regionale ancora largamente incompiuto, si progetta un passante autostradale. Tutto questo non è più sostenibile in una delle aree più inquinate d’Europa.
Vogliamo dare priorità ad una mobilità a impatto zero, con la realizzazione del tram (da gestire con criteri di massima condivisione), il potenziamento delle zone 30, delle piste ciclabili in sicurezza, della mobilità elettrica e sostenibile in tutta la città metropolitana.
A questo si aggiunga la necessità di contrastarela cementificazione in particolare di aree demaniali (ad es. l’ex Caserma Mazzoni) o spontaneamente rinaturalizzate (come i Prati di Caprara) e il proliferare di centri commerciali, triste eredità del passato che non lascia spazio a negozi di quartiere, botteghe e servizi di prossimità. La cementificazione deve cedere il passo alla naturalizzazione del territorio per garantire polmoni verdi di prossimità. Solo una città più verde potrà contrastare le ondate di calore, che saranno sempre più numerose, e provvedere all’assorbimento di Co2 e di inquinanti.
Investire sulla città dei 15 minuti significa potersi spostare a piedi o in bicicletta, per trovare il necessario vicino a casa, soprattutto in periferia. Mentre il centro storico di Bologna, liberato dall’invasione del traffico motorizzato, potrebbe essere un vero “centro commerciale” naturale a misura di bambino.
Già oggi i mercati biologici e contadini dimostrano la validità di questa prospettiva, collegando la città con il territorio circostante che produce alimenti di qualità, utili a garantire una sovranità alimentare sempre più indispensabile.
L’emergenza dovuta al riscaldamento globale e al cambiamento climatico ci impone scelte rapide, decisive per uscire dalla dipendenza delle energie fossili per passare alle rinnovabili. Occorre uscire da questa pandemia guardando lontano, perché è chiaro che il modello che ha sostenuto la nostra economia fino a ieri non può essere riproposto.
L’emergenza climatica/ambientale e quella sociale, per cui è indispensabile ridurre le diseguaglianze, devono essere i fari dell’agire dell’amministrazione. Bologna può e deve porsi l’obiettivo di far recuperare la fiducia e l’ottimismo che da sempre contraddistinguono la nostra socialità.
La transizione necessaria può diventare un’occasione di rinascita solo se sapremo coglierne le opportunità. È possibile oggi creare nuova occupazione orientando i fondi di Next generation EU in progetti per la riqualificazione ambientale, per la ricerca e per lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali in ambito green, in particolare per i giovani, sui quali non deve essere lasciato il peso del debito pubblico e del disastro ambientale, come ci ricordano i millennials e i ragazzi della piazza.
Società come Hera e TPERdevono essere protagoniste della svolta verde contribuendo alla realizzazione delle politiche decise dall’Amministrazione per il bene pubblico e non sottostare prima di tutto, come avviene oggi, a logiche di mercato.
La Sanità deve ritrovare la sua centralità con politiche di prevenzione primaria, fondamentali anche in questo tempo di pandemia, con diagnosi precoci. Una sanità territoriale e domiciliare vicina ai cittadini, che riduca il peso del privato accreditato che utilizza risorse pubbliche ma che ha come obiettivo il profitto.
La rigenerazione urbana e la riqualificazione energetica/sismica possono rappresentare un volano per il settore dell’edilizia. La conversione ecologica del nostro sistema produttivo, con il sostegno alle attività che puntano al green, deve essere incentivata. La strategia ZeroWaste diventerà il faro della gestione della raccolta differenziata, che dovrà rispondere anche al decoro e alla pulizia della città.
Scuola e Università come fucina di progetti di innovazione nella didattica e nella progettualità, contributo fondamentale per il “Progetto di Città”.
Per cominciare davvero a realizzare tutto questo a Bologna, serve una Sindaca o un Sindaco Verde che faccia propri i contenuti, in forma laica, dell’enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, un documento rivoluzionario che ha fortemente influenzato le sorti della Conferenza di Parigi nel 2015 e che lanciava il messaggio: vadano insieme giustizia sociale e ambientale e si faccia presto!
Facciamo appello quindi a tutte/i coloro che vogliono per Bologna una vera svolta verde: fatevi avanti.
Si impegnino energie pulite e rinnovabili anche per la politica.
Barbara Fabbri e Alessandro Fabianelli
(Co-portavoce di Verdi-Europa Verde Bologna)